(CAVALIERI MARVEL)
N° 83
TEAM AFRICA
Di Carlo Monni
1.
La
rivoluzione in Dabar era stata sanguinosa, come tutte le rivoluzioni del resto.
La presa del potere non era stata facile ed anche se il Movimento di
Liberazione Popolare, colloquialmente noto come Leoni Neri, aveva ricevuto il
supporto degli eroi dello Zilnawa noti come Campioni, l’abbattimento del regime
corrotto di Gazini Gebhuza non era stato privo di
conseguenze.
La rivoluzione in Dabar era stata sanguinaria
e questo accade a molte rivoluzioni. Quando i Leoni Neri, ma sarebbe meglio
dire le Leonesse, visto che i membri del movimento erano quasi tutte donne,
espugnarono il palazzo presidenziale e la loro leader Akua Kirabo assunse i
poteri di Presidente Provvisorio in attesa di libere elezioni, cominciarono
anche le vendette e le repressioni. Molto in sordina, a dire il vero, tanto che
almeno all’inizio nessuno se ne accorse, tuttavia il presidente deposto era
scomparso e così molti suoi collaboratori. I capi delle Forze Armate, dei
Servizi Segreti ed altri potenti organismi furono sostituiti da membri dei
Leoni Neri e i loro predecessori che non erano già morti nel corso della rivoluzione
semplicemente scomparvero senza lasciare traccia di sé. Si diceva che fossero
riusciti a fuggire e si nascondessero chissà dove ma c’erano anche altre voci,
ben più sinistre, sulla fine che avevano fatto.
La rivoluzione in Dabar era stata
efficiente e neanche questo era sorprendente a pensarci bene. In meno di una
settimana i Leoni Neri avevano fatto propria ogni leva del potere e
controllavano ogni punto nevralgico della piccola nazione. Una costituzione di
stampo presidenziale era stata preparata e il Consiglio Provvisorio di Governo,
composto esclusivamente dalle affiliate ai Leoni Neri e dai loro
fiancheggiatori, l’aveva approvata. Nonostante concedesse ai cittadini le più
ampie garanzie democratiche, concentrava praticamente tutto il potere politico
nelle mani del Presidente. Le prime libere elezioni si svolsero a meno di un
mese di distanza dalla presa del potere. Ne furono esclusi il partito del
Presidente deposto e altri partiti e movimenti che la Commissione Elettorale
giudicò suoi fiancheggiatori o comunque inadatti a partecipare. Tutti i membri
di quei partiti e i loro parenti furono privati anche del diritto di voto.
Risultato: Akua Kirabo fu eletta Presidente con il 99,98% dei voti e i Leoni
Neri conquistarono il 90% dei seggi del nuovo Parlamento. Gli osservatori
internazionali contestarono la legittimità delle elezioni ma questo non influì
minimamente sull’insediamento del nuovo governo.
La rivoluzione in Dabar era stata
spietata. Nella mattina della formale entrata in carica della Presidentessa Eletta,
che comunque già era a capo del governo provvisorio, lei stessa fu oggetto di
un attentato fortunatamente fallito. L’attentatore fu ucciso dalle forze di
sicurezza ed identificato come un membro del Clan di
Gazini Gebhuza. La Presidente Kirabo agì con determinazione e una volta
terminata la cerimonia del giuramento ed entrata nella pienezza dei suoi poteri
proclamò lo stato di emergenza e sospese le garanzie costituzionali
imprigionando senza processo chiunque fosse sospettato di aver partecipato al
complotto. Akua Kirabo poteva anche indossare il guanto di velluto ma governava
col pugno di ferro.
La rivoluzione in Dabar era finita.
Nella suite presidenziale del più
lussuoso hotel della capitale dello Zilnawa, Paladin finisce di spiegare la
situazione al suo uditorio: Malizia, guerriera di Wakanda, esperta di ogni
forma di combattimento a mani nude o con le armi bianche, con il corpo di una
modella e un viso d’angelo; il massiccio M’Baku, l’Uomo Scimmia, anche lui
Wakandano, che sembrava capace di spezzare la schiena di un uomo con la stessa
facilità di un fiammifero; l’enigmatico M’Nai, Midnight Sun, che nascondeva un
volto sfigurato sotto un cappuccio nero e un cappello Borsalino ed infine
quella che sembrava una coppia appena uscita da un club sadomaso, gli unici
bianchi di quel consesso a parte Paladin stesso, ovvero la donna di nome
Whiplash e l’uomo che si faceva chiamare Blacklash.
-Questa è la
situazione in cui ci troveremo ad operare.- aggiunge infine -Le uniche altre
cose da dire sono che i Campioni sono misteriosamente scomparsi poco dopo la
fine della rivoluzione in Dabar e il Presidente dello Zilnawa, Abner K’Auna, è
stato rapito subito dopo l’inaugurazione della Presidente Kirabo mentre tornava
all’aeroporto. La sua auto è stata assalita, la sua scorta massacrata e di lui
si sono perse le tracce. Due giorni dopo la Presidente Kirabo ha denunciato gli
accordi di cooperazione con lo Zilnawa e ha sorprendentemente iniziato le
trattative per un’unione col vicino Mbangawi, governato dal Colonnello Joshua
N’Dingi, che già si sta annettendo la Rudyarda dopo averla ribattezzata
Kitara.-
-Un bel
voltafaccia,- commenta Whiplash.
-Infatti.- prosegue
Paladin -La Talon Corporation ha investito molto denaro in Dabar, ha finanziato
i Leoni Neri e la loro rivoluzione impegnandosi poi a fornire al nuovo governo
tecnologia a basso costo per la ricostruzione. Alexander Thran non è un uomo
che ami perdere denaro e ancor meno essere tradito da qualcuno di cui si
fidava. Non può far molto per il resto ma vuole almeno due cose: recuperare i
Campioni ed il Presidente dello Zilnawa ed impedire che il Dabar faccia affari
con Moses Magnum. Questa è la nostra missione.-
-Noi sei contro
un’intera nazione ostile dovremmo tirar fuori da una prigione che non sappiamo
neanche dove sia sei superesseri che si sono fatti catturare come fessi e
sfidare un tizio capace di creare terremoti? Mi pare un piano molto ambizioso.-
puntualizza Blacklash
-Ma anche molto ben
pagato.- ribatte Paladin -In più, avremo alle spalle le risorse dello Zilnawa e
della Talon. Io e Nakia entreremo nel Dabar sotto la copertura di un dirigente
della Talon e della sua assistente personale. M’Baku sarà l’addetto alla
sicurezza dell’Ambasciata dello Zilnawa con tanto di passaporto diplomatico.
Blacklash e Whiplash saranno una coppia di turisti americani in cerca di
emozioni forti.-
-Che in fondo è
quasi quello che siamo davvero.- commenta divertita Whiplash.
-M’Nai sarà il
pilota del mio aereo e si terrà in disparte per darci manforte in caso di
bisogno. Domande?-
Molte, a quanto pare.
L’uomo di nome Andrei Mikhailovitch
Rostov, noto anche come Guardiano d’Acciaio ansima evitando l’ennesimo colpo
del suo avversario. L’uomo che si fa chiamare Vindiktor ma che gli ha anche appena
rivelato che il suo vero nome è Anatoly Alianovitch Romanov e di essere il
fratello di Natalia Alianovna Romanova, la famosa Vedova Nera.
Rostov dubita che sia vero. Per
quanto ne sa, tutti i familiari della Vedova Nera sono morti. Certo, è quello
che dicevano anche di suo marito, il Guardiano Rosso, ed è tornato anche lui,
quindi chissà… forse anche questo è il frutto di un altro dei contorti piani
dei servizi segreti russi e magari è proprio per nasconderlo che l’hanno
relegato al Campo 17 in Siberia, il gulag che ufficialmente non esiste.
Poco importa quel che conta è
sconfiggerlo, restare vivo e trovare un sistema per fuggire assieme a Marya
Meshkova e Debra Levin e per come si stanno mettendo le cose, non saranno
affatto imprese facili.
2.
Quello che si trova di fronte è un
superumano, non c’è dubbio, pensa Sudario. Pensava che sarebbe stato facile
entrare nel covo dei thugs, liberare la figlia dello Sceriffo di San Francisco
e teleportarsi via con lei,[1]
ma ora deve rivedere i suoi piani. Sconfiggere quella montagna umana potrebbe non
essere tanto facile nonostante i suoi poteri.
Improvvisamente Sudario sente
un’altra presenza vicina. Qualcosa colpisce il gigante e lo fa barcollare, per
poi essere colpito di nuovo ma stavolta da un calcio a piedi uniti vibrato da
qualcuno che balza giù dal soffitto.
-Ciao, Cappuccetto
Nero.- dice il nuovo arrivato -Serve aiuto contro questi lupacci cattivi?-
Sudario è cieco ma è dotato di
supersensi che gli consentono di percepire persone e cose accanto a lui a 360 gradi
e perfino attraverso le pareti. Non solo, quindi, sa chi è il suo insperato
aiuto ma sa anche che non è solo, anche se certe presenze sono davvero
inaspettate.
-Ragno Rosso!-
esclama -Sei il benvenuto.-
-Lo immaginavo.-
ribatte il supereroe -Non mi immaginavo, però, che mi sarei trovato a
combattere un mucchio di reduci dal casting di “Indiana Jones e il Tempio
Maledetto”. Facciamo una cosa: io li tengo a bada e intanto tu liberi la figlia
dello Sceriffo.-
-Ne sei certo? Loro
sono in parecchi.-
-Me la caverò… e poi…-
-E poi non sei
solo, lo so.-
-Allora che aspetti?-
Sudario si avvolge d’ombra e
scompare.
L’aereo
con le insegne presidenziali del Mbangawi atterra all’aeroporto di Dabar e ne
scende un nero massiccio che indossa una divisa mimetica nello stile di quelle
dell’Esercito Britannico con un basco nero. Il suo volto è devastato da
cicatrici a scaglie, le labbra sono piegate innaturalmente a dargli una sorta
di ghigno crudele, gli occhi sono nascosti da occhiali scuri, dalla manica
sinistra esce un braccio di metallo. Il suo nome è Joshua N’Dingi, Presidente
del Mbangawi, ma in patria e fuori è conosciuto come Dottor Crocodile e si
sussurra che sia un potente sciamano capace di tramutarsi in un gigantesco
coccodrillo, voci che lui non solo non smentisce ma che egli stesso provvede ad
alimentare per far crescere la sua leggenda. Alle sue spalle scendono la
scaletta un uomo dai capelli rossi che veste una sahariana e un ampio cappello,
un giovanotto vestito allo stesso modo ma dai capelli scuri e capo scoperto, al
suo fianco una giovane bionda che indossa un corpetto scollato a strisce rosse
e nere e shorts tigrati; ha al collo una collana di denti d’animale e bracciali
d’oro appena sopra i gomiti, i piedi sono nudi ed in una guaina appesa alla cintura
porta infilato un coltello. Subito dietro a lei c’è una ragazza dai capelli neri che indossa un corto
abito scuro di pelle d’animale che le lascia scoperte le spalle e le braccia,
ai piedi ha un paio di piccoli sandali neri, all’altezza del gomito destro un
bracciale dorato e un altro di forma serpentina al polso sinistro; intorno al
collo porta un collarino d’argento, dai lobi delle orecchie pendono due
orecchini circolari; in vita ha anche lei una cintura rossa da cui pende una
fondina con un affilato coltello.
-Sono contento che
abbiate accettato il mio invito per un passaggio sin qui, amici - dice,
affabile, N’Dingi al gruppetto -Spero che accetterete di essere miei ospiti
durante tutto il vostro soggiorno in questo paese.-
-Ma veramente…-
comincia a dire la bionda Lorna Halliwell.
-Saremo onorati
della sua ospitalità, Dottore.- interviene Patrick McKenna, l’uomo dai capelli
rossi, bloccandola.
-Molto bene. Conto
di avervi tra i miei ospiti alla cena in mio onore stasera alla Residenza Presidenziale.
Se non avete con voi gli abiti appropriati, li troverete nelle vostre stanze,
delle taglie corrette, ovviamente. Ora, scusatemi, ma i doveri di Stato mi
attendono.-
Si allontana dai quattro, scortato
dalle sue guardie di sicurezza per dirigersi verso una donna di colore ancora
molto bella nonostante il volto segnato da una cicatrice sulla guancia sinistra,
alta, dai corti capelli neri, gli occhi pure neri e profondi, il corpo forte,
ben delineato da un’uniforme kaki molto simile a quella del suo interlocutore
compreso il basco nero.
-E così quella è la
presidentessa del Dabar, Akua Kirabo.- commenta la ragazza dai capelli corvini,
Janet Mahoney, anche se ultimamente preferisce farsi chiamare semplicemente
Jann. -Credevo fosse una specie di paladina della libertà.-
-La gente cambia… o
forse alla fine mostra i suoi veri colori.- replica McKenna.
-Mi sembra un
pensiero molto cinico.- obietta il giovane che si fa chiamare Jack Porter.
-Ma non per questo
meno vero.- ribatte l’altro zittendolo.
Quasi appoggiate alla recinzione che
separa il reparto femminile da quello maschile del Campo 17, tre donne, ancora
attraenti nonostante le privazioni e le crudeltà a cui sono state sottoposte da
quando sono qui, osservano affascinate il combattimento.
Quella
dai capelli corvini il cui nome in codice è Ninotchka dice:
-Che sia o meno il
fratello della Vedova Nera, Vindiktor si batte molto bene, anche se l’altro
chiunque sia, si difende davvero vigorosamente. Tu dovresti sapere chi è,
biondina, non è venuto con te?-
Marya Meshkova, nota anche come la
superumana Zvedza Dennista, scuote la
testa.
-Non mi ha mai detto il suo nome, lo conosco appena.- risponde.
-Mi hai presa per fessa?- ribatte l’altra -So cos’hai al collo: un
collare inibitore. Lo mettono ai superumani per impedirgli di usare i loro
superpoteri. Ma certo, adesso ricordo chi sei: sei una dei Bogatyri.-
-Lasciala stare.- si intromette Debra Levin.
-E tu di che t’impicci?-.
Improvvisamente si ode
lo schiocco di una frusta e le tre donne si voltano verso colei che la impugna:
la loro carceriera ed aguzzina Lyudmila Antonova Kudrina.
-Non siete qui per assistere ad uno
spettacolo, cagne.- dice sprezzante -Forse dovrei farvi combattere tra voi,
Potrebbe essere divertenti vedervi rotolare nel fango.-
-Io mi offro volontaria contro la biondina.-
proclama Ninotchka.
Un
sogghigno crudele si disegna sul volto di Lyudmila Antonova Kudrina.
3.
Sempre scortato dalla
sua guardia personale, Joshua N’Dingi, Presidente del Mbangawi, segue Akua
Kirabo, Presidente del Dabar, sino all’ufficio personale di quest’ultima e
quando le porte si sono chiuse alle loro spalle, la donna si lascia andare ad
un largo sorriso.
-Finalmente!- esclama.
Getta
le braccia al collo dell’uomo noto come Dottor Crocodile e lo bacia
appassionatamente.
-Aspettavo questo momento da mesi.- dice.
Staccandosi da lui.
-Ma ne è valsa la pena, no?- replica Crocodile.
Considerata
la piega innaturale che ha la sua bocca come conseguenza dell’esplosione che
anni prima gli ha devastato la faccia e strappato gamba e braccio sinistri, è
difficile dire se N’Dingi stia sorridendo ma è abbastanza probabile.
-Mesi, anzi anni di preparazione e finalmente
ce l’abbiamo fatta.- dice ancora -Quando ti portarono da me, scalza e lacera
non feci fatica a vedere in te il fuoco della stessa passione che mi animava. Seppi
allora che eri la persona giusta, la donna giusta, per aiutarmi a portare a
termine il mio progetto di una grande unione panafricana che avrebbe trattato
da pari a pari con le grandi potenze del Mondo.-
-Non dimenticate chi vi ha dato una mano a
rendere concreto questo sogno.- interviene un uomo che entra da una porticina
laterale. Non è molto alto, ma è robusto, il suo volto color dell’ebano è
incorniciato da una barba caprina ed indossa una tuta bianca modellata su
quelle degli astronauti.
-Non preoccuparti di questo, Magnum, avrai la
tua ricompensa… o non ti fidi di me?-
-Non ho mai detto questo, Crocodile.- replica
Moses Magnum -Non ti avrei fornito armi e tecnologia se non mi fidassi della
tua parola… e della tua capacità di realizzare le tue ambizioni.-
-Che sono quasi realtà, ormai.- ribatte
Crocodile -Il Kitara, la ex Rudyarda, è ormai mio e domani sarà firmato il
trattato di unione tra il Mbangawi e il Dabar. Una volta fatto ciò, invierò un
ultimatum al governo di Azania e a quello di Narobia perché acconsentano a
diventare anch’essi parte del Grande Mbangawi… o meglio dell’Unione dell’Africa
Sud Occidentale.-
-Azania potrebbe essere un boccone troppo
grosso.- puntualizza Magnum –Ha un trattato di difesa con Wakanda da quando c’è
il nuovo governo.-
-Wakanda è debole, lacerata da lotte
intestine e T’Challa è stato deposto.-[2]
replica N’Dingi -Non avrà la forza di intervenire finché non sarà troppo
tardi.-
Piani
degni di Napoleone, ma anche Napoleone ha avuto Waterloo, pensa Moses Magnum ma
si tiene i suoi pensieri per sé.
Due
donne si affrontano in un campo di prigionia della Siberia Orientale. Una ha
folti capelli corvini e l’altra è bionda. Una è una spia addestrata ad uccidere
con ogni mezzo, esperta di ogni arte marziale conosciuta e l’altra una
superumana dal fisico da modella ma decisamente meno preparata ad una lotta
puramente fisica e di fatti è palesemente in inferiorità sin dall’inizio.
La
direttrice della sezione femminile, Lyudmila Antonova Kudrina, sorride
divertita.
-Ti dispiace che la tua amica le stia
prendendo, Maggiore Levin?- chiede all’altra internata presente.
-Non siamo amiche.- replica Debra Levin.
-Davvero? Mi era sembrato di notare una
certa… familiarità tra voi, ma forse vi limitate solo a consolarvi a vicenda,
per così dire.-
Debra
non ribatte immediatamente, sembra riflettere qualche istante poi alza la testa
verso l’altra e dice:
-Quanti sanno che sei qui e perché, Lyudmila
Antonova? Krassny Varvar lo sa di
sicuro. Sa che tu e lui siete prigionieri quanto noi, spediti qui perché
eravate un imbarazzo per la Russia ma con particolari… talenti per la crudeltà
e la depravazione che potevano essere ancora utili. La sa come lo so io.-
Il
frustino di Lyudmila Antonova cala sul suo volto.
-Cagna!- le dice -Hai bisogno di una lezione
anche tu. Portatela dentro.-
Mentre
viene portata all’interno Debra pensa che almeno si è tolta una piccola
soddisfazione.
Mentre
il Ragno Rosso distrae il gigante e gli altri membri dei thugs, Sudario riappare
davanti a Christine Hines. La ragazza è sempre spaventata. Per fortuna i suoi
carcerieri si sono limitati a legarle le mani e i piedi ma senza assicurarla a
qualcosa.
Le
stringe le mani e le sussurra:
-Ora andremo via, tranquilla.-
-Attento!- urla la ragazza improvvisamente.
Qualcosa
sibila nell’aria.
4.
La
donna che si fa chiamare Ninotchka esegue un perfetto calcio rotante e colpisce
la sua avversaria al collo sbilanciandola. Ne approfitta per vibrarle un
secondo colpo e mentre Marya Meshkova si piega, la colpisce ancora una volta
alla nuca abbattendola definitivamente.
-Te l’avevo detto che non avevi speranze
contro di me.- dice alla ragazza svenuta.
-Sì, sei stata in gamba.- le dice Lyudmilla
Antonova Kudrina -Ma lo spettacolo è durato troppo poco, non mi sono
divertita.-
-E quindi?- ribatte Ninotchka -Niente
ricompensa?-
-Non fare la spiritosa.- la carceriera indica
la ragazza distesa sul terreno -Sii contenta che non mi occuperò di te per oggi
come mi occuperò di lei e di quell’altra tra poco.-
Ninotchka
reprime un sorrisetto. La sorpresa potresti averla tu, strega, pensa.
Sensazione
di dejà vu, ovvero quando vi sembra di rivivere un evento già vissuto o
rivedere una scena già vista in precedenza. In questo caso un jet privato che
vola verso la sua destinazione con a bordo sei persone in costume: quattro
donne e due uomini, peraltro dal costume molto simile.
-Possiamo sapere dove siamo diretti adesso?-
chiede una brunetta molto attraente che indossa una tuta in pelle nera molto
aderente che nella parte superiore è costituita solo da due spalline e due
bretelle che scendono sino alla cintura a formare una V mentre tre cinghie
orizzontali bloccano il tutto all’altezza del seno. Anche così resta un mistero
come facciano i seni a non fuoriuscire ogni volta che espira.
-Buona domanda… Skein, giusto? Faccio un po’
di confusione col tuo nome a volte.-
A
parlare è stata un’altra ragazza dai capelli neri e corti che indossa un
costume nero bordato di bianco. Si chiama Ariel Tremmore ma è più conosciuta
come Shock.
-Conoscete Berlino?- chiede.
-La capitale della Germania, certo.- risponde
Elettro-Onda, il cui volto è completamente nascosto da una maschera a specchio
che non attutisce il suo accento inglese.
Alle
spalle di Ariel e davanti al suo uditorio si accende un monitor.
-Quella che vedete è un complesso industriale
appartenente ad una multinazionale americana situato alla periferia della
capitale tedesca. Sembrerebbe tutto normale ma in realtà vi sono segretamente
tenuti prigionieri questi tre.-
Sul
monitor appaiono le foto di tre uomini dal fisico palestrato.
-Alec Dalton, Owen
Llewelyn e Joseph Hauer. Tre supersoldati britannici misteriosamente scomparsi
qualche tempo fa. Il nostro compito è semplice: invadere la fabbrica, liberarli
e portarli via.-
-Semplice,
certo.- commenta, sarcastico, lo Scarabeo d’Oro -Dobbiamo solo penetrare in un
luogo supersorvegliato, superare chissà quali misure di sicurezza e uscirne con
tre energumeni sul groppone, perché dovremmo preoccuparci?-
-Io non vedo alcun problema.- interviene
Thundra -Si tratta solo di picchiare un po’ di maschi e sfondare qualche porta.
Che ci vuole?-
-Questa donna mi piace.- sussurra Skein.
-Quali sono… com’è che le chiamano?... ah sì:
le regole d’ingaggio?- chiede la platinata Siena Blaze.
-Se qualcuno cerca di fermarvi, sbarazzatevene.-
risponde Ariel -Ti vanno bene?-
-Mi vanno benissimo.- quando si comincia?-
Ariel
Tremmore sorride soddisfatta.
A
San Francisco, il Ragno Rosso è molto meno soddisfatto di doversi battere contro
un gigantesco indiano che è evidentemente stato sottoposto a qualche forma di
potenziamento. La sua tela ad impatto lo ha fatto barcollare ma ora lui sta
cercando di afferrarlo.
-Che manone grandi che hai nonnina.- gli dice
il Ragno Rosso scherzando come suo solito mentre evita un pugno che gli avrebbe
staccato la testa e non solo per modo di dire.
La
sua agilità unita al senso di ragno gli consente di evitare altri colpi ma non
può stare sempre sulla difensiva. Si avvicina al gigante e gli sferra un pugno.
-Sarebbe stato troppo bello sperare che tu
avessi la mascella di vetro non è vero?-
L’indiano
riesce ad afferrarlo per il collo e comincia a stringere.
5.
Un
kriss, l’affilato e contorto pugnale malese, vola nell’aria ma quello che colpisce
è solo un costrutto d’ombra realizzato poco prima da Sudario che ora stringe a
sé la ragazzina rapita e scompare in un cono d’ombra.
-Siete stati bambini cattivi.- dice una voce
di donna improvvisamente.
Shanna
O’Hara, meglio nota come Shanna la Diavolessa, vestita del suo tipico bikini di
leopardo, piomba in mezzo ai thugs, abbattendone un paio con calci ben
piazzati, poi evita misura la lama di un coltello e vibra un colpo di karate ad
un altro avversario.
Potrebbe
cavarsela da sola, forse, ma un po’ d’aiuto potrebbe farle davvero comodo. Un
sordo ruggito sembra la risposta alla sua silenziosa richiesta.
In
piedi sul cornicione di un tetto, quasi fosse pronto a saltar giù, Iron Fist
sta riflettendo quando una voce nota interrompe il flusso dei suoi pensieri:
-Sapevo che ti avrei trovato qui.-
Luke
Cage, Eroe a Pagamento, si avvicina all’Arma Vivente di K’Un Lun. Non
potrebbero essere più diversi questi due: un afroamericano cresciuto nel
ghetto, ex criminale, finito ingiustamente in prigione, e un ragazzo bianco,
miliardario, allevato in una leggendaria città da sogno, ma il destino ne ha
fatto due amici inseparabili.
-Stavo pensando.- dice, semplicemente, Danny
Rand.
-Al Serpente d’Acciaio ed a quel che ha
fatto?- gli chiede Luke.
-Anche, ma non solo. Davos si è comportato da
vero serpente violentando Joy e lo ha fatto perché voleva che sapessi una cosa:
chiunque mi conosca è in pericolo. Nessuno è al sicuro.-
-Motivo in più per dargli la caccia tutti
insieme. Non potrà sfuggirci e la pagherà per quello che ha fatto.-
-C’è anche un’altra cosa… diventerò padre.-
-Sul serio? Misty è incinta?-
-Di poche settimane ma è sicuro.-
-Ma è magnifico!-
Danny
sorride e replica:
-Sì, lo è ma proprio per questo che è
importante trovare Davos prima che prenda di mira anche Misty.-
-Lo faremo, fratello. Te lo giuro: quel
figlio di puttana pagherà per tutto quello che ha fatto.-
Il
funzionario dei Servizi di Sicurezza del Palazzo Presidenziale del Dabar
esamina i documenti della coppia davanti a lui, un dirigente della Talon
Corporation e la sua assistente, invitati al party in onore del Presidente del
Mbangawi. L’uomo è un bianco dai capelli castani, occhi chiari, la donna è una
nera dal corpo di una gazzella, bellissima con un abito da sera che le lascia
scoperte le spalle e ha spacchi sino alle cosce. Assistente eh? Sa lui in che
modo assiste il suo capo. Questi bianchi sono tutti uguali: vogliono sfruttare
il popolo africano, specie le donne.
-Può passare Mr. Dean.- gli dice.
Patrick
Louis Dean, ovvero Paladin, entra tenendo a braccetto Nakia, la ex Dora Milaje.
-Siamo entrati.- sussurra ad un microfono
nascosto -M’Baku è già qui col Corpo Diplomatico dello Zilnawa. Voi tenetevi
pronti.-
<<Amico, non hai bisogno di
dirmelo.>> ribatte l’uomo di nome Blacklash da qualche parte all’esterno
<<Io sono sempre pronto.>>
Buffone,
pensa Paladin, c’è da sperare che quando ci sarà da picchiare duro le tue
vanterie si trasformino in realtà.
Ma
ecco finalmente gli antagonisti del nostro piccolo dramma: il Dottor Crocodile
e Akua Kirabo che conversano con Moses Magnum.
Si
alza il sipario e la recita comincia.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Poche
cose da dire, giusto la presentazione di qualche personaggio:
1)
Thundra
è stata creata da Roy Thomas & John Buscema su Fantastic Four Vol. 1° #129 datato dicembre 1972. Per la verità, non
c’è alcuna certezza che la Thundra che appare in questo e nei successivi
episodi sia quella originale e non una sua controparte da un universo
alternativo.
2)
Moses
Magnum, spietato mercante d’armi e supercriminale è stato creato da Len Wein
& Ross Andru su Giant Size Spider Man #4 datato aprile 1975. È stato
antagonista dell’Uomo Ragno, degli X-Men e dei Vendicatori.
3)
Elettro-Onda
è stato creato da Doug Moench & Paul Gulacy su Master of Kung Fu #42 datato
luglio 1976. È un ex agente del MI6 britannico riciclatosi come super
mercenario.
4)
Lo
Scarabeo d’Oro è stato creato da Marv Wolfman & Lee Elias su Power Man #41
datato marzo 1977. È un ladro internazionale ossessionato dall’oro.
5)
Siena
Blaze è stata creata da Scott Lobdell & Jason Pearson su Uncanny X-Men
Annual #17 datato giugno 1993.
6)
Chi
sia Skein lo scoprirete più avanti. -_^
Nel prossimo
episodio: il ritorno dei Campioni, Iron Fist a caccia di serpenti, azione
internazionale e molto altro.
A presto.
Carlo